• IL NUOVO CORSO DI CATERINA MAZZELLA E SOCIE CON LA RINNOVATA REALTA’ASSOCIATIVA “PARCO CULTURALE ISCHIA” RIECCOLE LE DONNE NEL SOCIALE PRONTE CON LE PROPRIE COMPETENZE ED ENERGIE----------------------------------------------------------------89
  • FESTA LUNGA A ISCHIA: FEDE, FUOCO ED AMORE OGGI PER SANT’ANTUONO INTORNO AL FALO’ ACCESO DELLA VITA E DELLA SPERANZA – DOMANI LA PROCESSIONE DOMENICA LA BENEDIZIONE DEGLI ANIMALI------------------------------------------------------------------------------(clicca dulle foto, le vedrai im primo piano e più grandi)
  • ISCHIA INGRATA: COSTANZA D’AVALOS, POSSIBILE “GIOCONDA” DEL LOUVRE E PRESTIGIOSO PERSONAGGIO DELLA NOSTRA STORIA ASPETTA DA CINQUE SECOLI UNA STRADA CHE PORTI IL SUO NOME----------------------------------------------------------(c.icca sulle foto, le vedrai in primo piano e più grandi)
  • L’ARCHIVIO DIOCESANO CUSTODE DELLA STORIA: QUEI LUTTUOSI E TERRIBILI MESI DI GENNAIO E FEBBRAIO DI 5 SECOLI FA TRAGICO ANNIVERSARIO DI DELITTI E ANTICHI NAUFRAGI AL LARGO DELL’ISOLA---------------------------------------------------------------------(clicca sulle foto, le vedrai in primo piano e più grandi)
  • CON L’ARRIVO DEI MESI FREDDI GENNAIO E FEBBRAIO RIECCO LO STORICO BRACIERE VECCHIO SIM BOLO CASARECCIO DI UN’ISOLA D’ALTRI TEMPI – TORNANO CARBONE E CARBONELLE CHE AFFIANCANO IL MODERNO METANO PER IL RISCALDAMENTO DEGLI ISCHTANI------------------------------------------------------------------------------------(clicca sulle foto, le vedrai in primo piano e più grandi)
La notizia del giorno
IL NUOVO CORSO DI CATERINA MAZZELLA E SOCIE CON LA RINNOVATA REALTA’ASSOCIATIVA “PARCO CULTURALE ISCHIA” RIECCOLE LE DONNE NEL SOCIALE PRONTE CON LE PROPRIE COMPETENZE ED ENERGIE—————————————————————-89

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Servizio Speciale

di ANTONIO LUBRANO

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di GIOVAN GIUSEPPE LUBRANO

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A FINE MESE IL PRIMO INCONTRO  DEL NUOVO ORGANISMO V ON IL VARO DI RINNOV ATE INICIATIVO SOCIO CULTURALI

ELETTO ALL’ UNANIMITA’IL CONSIGLIO DIRETTIVO CHE  RISULTA COSI’ COMPOSTO: PRESIDENTE CATERINA MAZZELLA- VICEPRESIDENTE GIUSEPPINA DI GUIDA,  SEGRETARIA MARIA ROSARIA PILATO, TESORIERA MARTA RITA LAURO . CONSIGLIERE; MARIANGELA CATUOGNO / ANNA RISPOLI / ANTONELLA PIROZZI.ELETTI ANCHE I REVISORI: MARIA LAURO / AMALIA GIUSTO / ANNA ITRI – .  MOLTEPLICI SONO  LE IDEE ED I PROGETTI DA ATTUARE ATTRAVERSO UNA RICCA E AMBIZIOSA PROGRAMMAZIONE – DONNE  ATTIV E E CAPACI  PRONTE A METTERE A DISPOSIZIONJE DELLA SOCILE E DELLA CULLTURA DEDL TERRITORIO LE PROEPRFE  COMPETENZE

DI ANTONIO LUBRANO

Muore un Papa, se ne fa un altro. Questa la filosofia  delle ex socie con Caterina Mazzella in testa del disciolto CT AIParC Ischia.  A prendere il testimone e proseguire l’attività è la rinnovata realtà associativa no profit, il “Parco Culturale Ischia” , nata per il nobile scopo di  valorizzare e promuove la conoscenza ed il valore identitario della nostra Isola. L’ impegno dei motivati Soci sarà, sopratutto, quello di far tesoro delle passate esperienze ,della credibilità acquisita e proseguire ,con consueto impegno e rinnovato entusiasmo, il viaggio culturale intrapreso con Soci qualificati nei vari ambiti del Sociale,con le Istituzioni,con le Amministrazioni isolane,con le Scuole e, naturalmente con le altre Associazioni del Territorio. Il Consiglio Direttivo eletto all’ unanimita’ risulta composto da: Presidente Caterina Mazzella- Vicepresidente Giuseppina Di Guida,  Segretaria Maria Rosaria Pilato, Tesoriera Marta Rita Lauro . Consigliere; Mariangela Catuogno / Anna Rispoli / Antonella Pirozzi.Eletti anche i Revisori: Maria Lauro / Amalia Giusto / Anna Itri.  Molteplici sono  le idee ed i progetti da attuare attraverso una ricca e ambiziosa programmazione. Già per fine gennaio ci sarà il 1°incontro del nuovo corso.  Riecco quindi le irriducibile donne di Ischia guidate dalla Presidentissima Caterina Mazzella  che non mollano, ma rimangono sulla breccia con le volontà rimodellate ed operative sul territorio al servizio del sociale ella cultura locale in cui ciascuna si identifica, a cominciare dall’archeologa Mariangela Catuogno autorevole membro del nuovo consiglio associativo del “Parco Culturale Ischia” pronta ad avvalersi delle proprie innegabili capacita professionali ed organizzative per offrire un serio contributo alla causa. Cosi la Prof.ssa Giuseppina Di Guida  nel ruolo di Vicepresidente  della rinnovata realtà associativa. Basta considerare il loro pensiero per capire in che misura ce le troveremo in prima linea nella promozione e conoscenza dei valori culturali relativi alle proprie competenze messe in campo. La Catuogno nella sua recente attività di archeologa e scopritrice di preziose novità dell’architettura antica della nostra isola si spiegava così:  “In queste foto c’è tanto delle vicende recenti dell’ isola d’Ischia e delle sfide per costruire un futuro sicuro e rispettoso della storia e del paesaggio antropizzato ischitano. Si sta procedendo, continua Mariangela Catuogo, alla demolizione dei fabbricati danneggiati dal sisma del 2017 nei territori di Lacco Ameno e Casamicciola Terme: nella prima foto si vede una casa a piazza Maio, realizzata scavando un enorme masso tufaceo, nucleo centrale di una abitazione che successivamente si era sviluppata con ambienti annessi, danneggiati dal sisma e ora demoliti, sullo sfondo una casa ricostruita secondo l’architettura ” beneventana” voluta in seguito al terremoto del 1883 e molto fotografata all’indomani del terremoto del 2017, perché ancora in piedi. La vera sfida?  Conclude la nuova esponente del consiglio dell’ Assoczione  “Parco Culturale Ischia”, Rispettare la geomorfologia dei luoghi, avere piena contezza delle criticità, custodire l’identità di un paesaggio antropizzato, offrire soluzioni che tengano conto della nostra tradizione architettonica e della  necessità di sicurezza”. Non è da meno la Di Guida nel ruolo di apprezzata dirigente scolastica sull’isola: “Sto pensando che riuscire nell’impresa di riattivare in pochi mesi interesse e partecipazione dei genitori ai progetti educativi della scuola sia uno dei più grandi risultati che oggi un Dirigente scolastico possa raggiungere”. Antonella Pirozzi poi si puntualizza: “Un anno non facile da raccontare e da riassumere quello che è andato via. Se oggi faccio un bilancio di questo  dico: Ho imparato a sorridere in mezzo alle più forti tempeste. Ho imparato a non crollare e a non definirmi mai sconfitta. Ho imparato quanto valgo e a guardare l’unica strada che conta… La mia… Ho imparato a ignorare l’ignoranza e a sopportare l’ipocrisia. Ma non ho più la pazienza di una volta… non mi piacciono più le persone che mi dedicano tempo quando magari hanno qualche minuto “da perdere” ma preferisco chi pur di farmi sorridere ci mette tutto se stesso!”.

 

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da ANTONIO LUBRANO

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GIOVAN GIUSEPPE LUBRANO

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Fatti Curiosi
OTTOBRE IL MESE DEI FIORI D’ARANCIO, LA CORSA ALL’ALTARE DEI NOVELLI SPOSI E’ DA RECORD LA VOLONTA’ DELLE NOZZE IN CHIESA E LE FOTO DA “SET” CINEMATOGRAFICO———————————————————-(c,icca)

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Servizio Speciale

di ANTONIO LUBRANO & MICHELE LUBRANO

Con Fotoricerca

di GIOVAN GIUSEPPE LUBRANO

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COPPIE DI SPOSI AD ISCHIA DAGLI ANNI  ’30 AD  OGGI  E RICORDI STORICI  DI “SCUGNIZZI” ISCHTANI A CACCIA DELL’ULTIMO CONFETTO  SUI SAGRATI DELLE CHIESE ALL’ USCITA DEGLI  SPOSI E DEGLI INVITATI

NEL 2020 FINO ALLO SCORSO MESE DI SETTEMBRE 2024, SONO STATI CELEBRATI IN ITALIA 226.70 MATRIMONI, CON 6.300 IN MENO RISPETTO ALL’ANNO PRECEDENTE. SULL’ISOLA D’ISCHIA I MATRIMONI LO SCORSO ANNO FINO AD OGGI, SONO STATI 198  DI CUI UNA TRENTINA  COL SOLO RITO CIVILE. PER LO PIÙ CI SI SPOSA SOTTO I 27 ANNI PER L’UOMO E SOTTO I 24 ANNI PER LA DONNA. DIMINUITI I MATRIMONI CON STRANIERI NON NATI SULL’ISOLA, SIA DA PARTE DELL’UOMO CHE DELLA DONNA. AUMENTATI I MATRIMONI FRA ISOLANI  DI PROVENIENZA DA COMUNE DIVERSO.  DALLO SCORSO ANNO FINO  AD OGGI 15 SONO STATI I MATRIMONI TRA PERSONE NON DI ISCHIA CHE HANNO SCELTO LA NOSTRA ISOLA PER CONVOLARE A NOZZE. CONTENUTO IL NUMERO DELLE SEPARAZIONI. INSOMMA IL QUADRO DI STABILITÀ DEI NOSTRI SPOSI È ABBASTANZA RASSICURANTE  E NON  PROMETTE IMPENNATE NEGATIVE. LA CHIESA DI ISCHIA  CON I SUOI INCONTRI, CONVEGNI, CAMMINI NELLA FEDE E NELLO SPIRITO E VISITE PASTORALI  ALLE PARROCCHIE DELL’ISOLA DEL  VESCOVO DI ISCHIA MONS. CARLO VILLANO RAPPRESENTA EVIDENTE PUNTO DI RIFERIMENTO  PER LA NOSTRA GIOVENTÙ CHE INTENDE  SEMPRE PIÙ CAMBIARE, APPRENDERE, MISURARSI

La Giarrettiera rimane l’indumento intimo a cui le spose sono ancora… affezionate

PASSATO DA INCUBO  PER LE SPOSE DELLA VECCHIA ISCHIA COSTRETTE A SEGUIRE   ANTICHE  CREDENZE, SUPERSTIZIONI  E  TRADIZIONI  “”IRRINUNCIABILI”   

Gli invitati alla di festa di nozze erano  tenuti a evitare il colore bianco per il loro abbigliamento, come erano  tenuti, per tradizione e per disgrazia , a evitare il nero qualora vi  fosse stato chi portando il lutto stretto, avrebbe fatto fatica a toglierlo in quel giorno particolare di festa. L’abito da sposa rosso (raro) era ed è considerato  segno di desiderio e passione

DI MICHELE LUBRANO

Nei primi del novecento, sull’Isola d’Ischia specie nell’entroterra, l’abbigliamento della sposa era oggetto di tradizioni, superstizioni e credenze, a partire dal colore: il più comune era ed è tutt’ora  il bianco, simbolo di purezza e ritenuto fortunato; il blu raramente usato, indicava sincerità da parte della sposa; il turchese lo si giudicava gradevole ed aristocratico; il verde timidezza; il nero mai usato, pentimento; l’avorio invece  preannuncia una vita turbolenta; il marrone e il grigio indicavano  che gli sposi sarebbero andati  a vivere lontano o in campagna; il rosa prediceva  una perdita economica. Anticamente era indossato dalle spose non più vergini o nelle seconde nozze, come spesso si fa anche oggi; il rosso era ed è desiderio e passione; il giallo mancanza di stima da parte della sposa. Gli invitati erano  tenuti a evitare il colore bianco per il loro abbigliamento, come erano  tenuti, per tradizione e per disgrazia , a evitare il nero qualora vi  fosse stato chi portando il lutto stretto, avrebbe fatto fatica a toglierlo in quel giorno particolare di festa, anche se era ed è oggi, un colore molto di moda in particolare nel mondo giovanile, soprattutto nei ricevimenti serali.  Nella tradizione antica ischitana, si voleva  che il giorno delle nozze la sposa portasse  con sé: una cosa vecchia: a simboleggiare   il passato, la vita antecedente al matrimonio e la sua importanza. Ogni sposa avrebbe indossato un oggetto appartenente al proprio passato per non dimenticarlo nel nuovo cammino che andava  a intraprendere; una cosa nuova: era  simbolo della vita che sta per cominciare e delle nuove sfide che porterà con sé; una cosa prestata: sarebbe stata una persona cara a prestare quest’oggetto, a simboleggiare che le persone care restano vicine anche nel passaggio dal vecchio al nuovo; una cosa regalata: avrebbe simboleggiato l’affetto delle persone che si amano; una cosa blu: avrebbe indicato sincerità e purezza da parte della sposa. Da tradizione, di questo colore era  la giarrettiera, indossata nel caso di gonne ampie e lunghe. Il futuro marito non poteva  vedere il vestito da sposa prima della cerimonia: farlo avrebbe portato sfortuna. Del resto si pensa così anche oggi. Per quanto riguarda gli anniversari va detto che  la tradizione ha assegnato particolari denominazioni agli anniversari di matrimonio, soprattutto con il crescere dell’importanza commerciale della festa. Le principali ricorrenze festeggiate sono il 25º anniversario, denominato nozze d’argento, e il 50º anniversario, che prende il nome di nozze d’oro.

                                                                                                            michelelubrano@yahoo.ii

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DI ANTONIO LUBRANO

Ottobre 2024 , tempo di matrimoni sull’isola, oggi come ieri. Ed anche tempo di ricordi nostalgici. Il lancio dei confetti agli sposalizi ad Ischia per il passato, ha rappresentato  il primo ed unico richiamo per i ragazzi “scugnizzi” delle contrade nei vari comuni isolani. Vi accorrevano sicuri di fare bottino pieno di tutti i confetti che venivano riversati addosso agli sposi del loro quartiere lungo il percorso del corteo nuziale, dall’abitazione della sposa fino alla chiesa, ed in particolare all’uscita, dopo la cerimonia religiosa, sui sagrati delle chiese stesse. In quel preciso luogo, prendevano corpo vere e proprie ammucchiate di ragazzini, che, carponi,  fra i piedi degli sposi e degli invitati da prima fila,  si producevano in un’ arrembante  e  affannosa caccia all’ultimo confetto rimasto per terra o nascosto sotto il velo a strascico della sposa felice e compiacente per quel ormai frequente spettacolo. I confetti lanciati da finestre e balconi del primo piano e dal piano terra, lungo il percorso del corteo a piedi o con i taxi tirati a lucido per la speciale occasione, erano  posti in vassoi o guantiere d’argento, ricoperte del classico fazzoletto di lino antico ricamato e merlettato. Era la tradizionale e colorita usanza, messa in atto dalle famiglie della zona da dove proveniva la sposa o lo sposo per il doveroso omaggio alla giovane o al giovane rampollo che dava l’addio al celibato ed agli abituali amici e conoscenti del rione. Una specie di saluto da commedia, che gli sposi al passaggio, dimostravano di gradire, alzando le mani e rispondendo a loro volta al gesto augurale inscenato per amicizia e simpatia nei loro riguardi. Tutto questo accadeva intensamente dalle nostre parti negli anni ’40 e ’50, quando i confetti bianchi da soli, stimolavano l’interesse fanciullesco dei ragazzi del quartiere il  sabato e la domenica, giorni  solitamente utilizzati per le feste nuziali nel  paese, per le strade ed in chiesa avvolti tutti in un appetibile clima di festa popolare. I mesi preferiti per tradizione, per lo più, erano ottobre, prima decade di dicembre e marzo, ma in special modo ottobre. Così si pensava e si agiva nella semplicità di quei tempi andati, dove quei confetti raccolti  nella strada agli sposalizi costituivano un dolce ed avido alimento per i cosiddetti “scugnizzi” ischitani, a quel tempo, privi di tante cose. Oggi è tutta un’altra storia. Quei ragazzi di contrada che facevano gruppo per dividersi l’ultimo confetto raccolto per terra sotto l’abito bianco a strascico della sposa all’uscita dalla chiesa o salvatosi dalle ruote pesanti dei taxi del corteo nuziale, non vi sono più. Sono diventati padri, zii, nonni con tutto un carico di ricordi con i quali vale la pena di continuare a vivere. Ricordi che non si riducono  ai soli confetti raccolti per terra in occasione di quegli indimenticabili sposalizi del quartiere, ma  anche a tutto quanto è accaduto dopo, nella vita che è seguita. Finisce un’epoca e ne incomincia un’altra, più “aperta” e complessa  con nuove usanze, diversa visione della vita, nozze senza veletta della purezza, matrimoni anticonvenzionali, coppie di fatto, unioni civili, matrimoni gay e libere adozioni. Un misto di “conquiste” che per tante di loro  non sempre finisce bene. E la lista potrebbe continuare. Percorriamo strade di un mondo nuovo, dove per  fortuna non si avverte la percezione che vada in  un’unica direzione, verso un anticonformismo assoluto ed appiattito su distorsioni di fatti e di pensiero  ed anomalie fisiologiche ed esistenziali. Noi siamo  connotati da quest’altra parte della barricata , dove  c’è una società più a portata dei nostri valori ed ideali di vita in cui ci fa piacere constatare, almeno per ciò che ci riguarda, che gli sposi naturalmente, storicamente e tradizionalmente, sono un uomo ed una donna con gli abiti belli del rito di sempre: la donna con l’abito bianco e velo a strascico e l’uomo con l’abito scuro che realizzano  insieme il primo grande sogno della propria vita con l’altare, la chiesa, i fiori d’arancio, gli immancabili confetti non più raccolti per terra da ragazzi discoli ed intraprendenti, il sacerdote ed il suo sermone, gli anelli, la benedizione, il servizio  filmato e fotografico da set cinematografico con l’immancabile Drone  gli invitati, la location di grido per il festino, la festa nuziale finale con tanti, tanti invitati. Quindi mettendo al confronto i due modi di convolare a nozze, quello  di 60 anni fa e quello dell’era corrente, vincono la ricchezza, il colore, le idee, il fascino e tutto il movimento dell’apparato organizzativo che ruota con i comprimari compresi intorno alla celebrazione di un matrimonio d’oggi col rito civile prima e religioso dopo, che a buona ragione, considerato l’impegno che occorre e quello che può costare in euro, non  è affatto uno…scherzo.

 

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