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Servizio Speciale

di ANTONIO LUBRANO

Fotoricerca

di GIOVAN GIUSEPPE LUBRANO

Fotoreporter

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IL  COMMENTO DELL’ARTISTA ISCHITANA  YLENIA PILATO INVITATA COME SPETTATRICE A ALL’EVENTO :

” SONO STATA INVITATA COME SPETTATRICE DAI MIEI AMICI ARTISTI FELICE MEO, NICOLA GIOBA E PAOLO MAY. HO APPREZZATO MOLTISSIMO I LORO LAVORI E TUTTA LA MOSTRA IN GENERALE. L’ARTE È L’ELEMENTO DI CONGIUNZIONE TRA IDENTITÀ CULTURALI DIVERSE CHE ATTRAVERSO LE RISPETTIVE FORME DI RAPPRESENTAZIONE TROVANO MOLTI PUNTI DI INCONTRO. LA RAPPRESENTAZIONE ARTISTICA HA ESPRESSO IL LEGAME CHE INTERCORRE TRA LO SVILUPPO UMANO E LA TRADIZIONE.  L’ARTE SIMBOLEGGIA LA VOLONTÀ DI TRATTARE TEMATICHE DI IMPORTANZA UNIVERSALE, PORTANDO ALLA LUCE L’INTERPRETAZIONE DELLA PROPRIA REALTÀ E LA RAFFIGURAZIONE DELLA VITA QUOTIDIANA.  ANALIZZANDO LE OPERE ESPOSTE ALLA MOSTRA SONO EVIDENTI I RICHIAMI DELL’ARTE AFRICANA. È POSSIBILE INTERPRETARLE COME UN’ESPRESSIONE DELLA CULTURA E DELL’IDENTITÀ POPOLARE. QUESTA MOSTRA CI AIUTA A CAPIRE MEGLIO NOI STESSI E GLI ALTRI, FAVORENDO UN CANALE DI DIALOGO CULTURALE”, HA CONCLUSO L’ARTISTA YLENIA PILATO

DI ANTONIO LUBRANO

Il 25 maggio 2024 a Villa Arbusto si è svolto il convegno e la mostra correlata ” L’Arte per l’Africa: integrazione culturale e artistica, opportunità di crescita per i diversi continenti”, a cura dell’ Associazione IntegrAzione e del Liceo statale Giorgio Buchner. Tante le personalità e gli artisti presenti alla manifestazione che ha promosso anche una raccolta fondi destinati a misura di sostegno economico per la popolazione africana bisognosa. ” Se si sogna da soli, è solo un sogno, se si sogna insieme, è la realtà che comincia”. Queste parole, tratte da un proverbio africano, hanno fatto da cornice al convegno Arte X l’Africa, dedicato all’integrazione culturale e artistica tra l’Europa e l’Africa, supportato anche dal Rotary. L’incontro è stato moderato dell’archeologa Mariangela Catuogno ed è iniziato con i saluti istituzionali di Giacomo Pascale, Sindaco di Lacco Ameno, di Angela Procaccini Dirigente scolastico dell’ Istituto superiore Nuovo Bianchi di Ischia, sempre attenta alle tematiche di multiculturalita’ e solidarietà,  di Assunta Barbieri Dirigente scolastico del Liceo Giorgio Buchner di Ischia, di Daniele Borso’ Presidente del Rotary Club di Ischia  Isola Verde e di Mons. Carlo Villano Vescovo di Pozzuoli e Ischia. In video collegamento c’è stato Giovanni Galati medico internista della fondazione Policlinico Campus Biomedico di Roma. Lo specialista ha illustrato il tema dell’arte dell’ecografia e il suo impatto su diagnosi e cure nei paesi in via di sviluppo. Mentre in Occidente l’ecografia è fin troppo richiesta, in Africa è molto utile, dove può salvare la vita, aiutando a individuare precocemente varie patologie. Tra gli interventi è stato molto apprezzato quello di Jean Leonard Touadi funzionario Fao-Onu che ha discusso sulla storia dello sviluppo in Africa centrale, sul deficit di democrazia e sulle politiche di sostegno più appropriate. Le tante anime dell’Africa di oggi sono in fermento, stanno preparando l’humus al cambiamento, manifestando la volontà di un nuovo protagonismo nel processo di crescita. L’Africa è uno dei terreni geopolitici e umani più interessanti e se non la considerassimo come componente delle dinamiche geopolitiche mondiali non solo non potremo capire l’Africa, ma nemmeno il mondo. Touadi ha parlato di deterioramento democratico e arretramento della democrazia che sono determinati sia da fattori interni alle nazioni ma anche da dinamiche geopolitiche. Ad aggravare la situazione poi c’è stata la pandemia, con una congiuntura globale caratterizzata da tensioni economiche e incertezza sanitaria, e classi militari che hanno stabilizzato forzatamente società diventate bombe ad orologeria. È seguito poi l’intervento di Renato Briganti, Professore di Istituzione di Diritto pubblico presso il Dipartimento di Economia dell’Università di Napoli Federico II, il quale ha parlato di processi di democratizzazione migranti e climatici. Apprezzatissimo anche l’intervento in video collegamento di Firmin Edouard Matoko, Vicedirettore Generale del Dipartimento Africa dell’UNESCO, il quale ha parlato della cultura come elemento centrale dell’emergenza dei Paesi africani. L’industria culturale, troppo spesso sottovalutata dai governi e investitori, ha un ruolo da giocare. Tra assenza di infrastrutture, l’incapacità delle autorità pubbliche ad applicare le leggi in vigore e la mancanza di formazione e risorse umane, la strada è ancora lunga. La cultura va considerata come un bene economico, altrimenti saremo sempre confrontati agli stessi problemi che perdurano da decenni. Molto interessante è stato l’intervento di Antonio Ebreo, medico chirurgo di Pompei, che ha raccontato la sua esperienza medica di volontariato in Burundi. Già in passato era conosciuto il suo impegno ad assistere personalmente profughi in mare. Due volte all’anno lascia tutto per andare in Africa e salvare vite umane. Lui si reca in un ospedale del Burundi, dove va a operare per due o tre mesi. Ci ha spiegato che ci troviamo in una delle aree più densamente popolate del pianeta, con una presenza preponderante di popolazione giovanile, a causa della vita media brevissima.  I malati che visita sono tanti, perlopiù in stato di grave malnutrizione, affetti da malattie da noi ormai scomparse. Ed è impressionante il numero dei bambini ricoverati. Non si può non ricavare un monito prezioso dalle parole del dottor Ebreo. La sua è un’esperienza di vita che vale più di tanti poemi epici. Se siamo alla ricerca di un eroe non dobbiamo fare altro che guardare alle persone come lui, che operano nel silenzio e mostrano un’immensa forza d’animo. Dopo il suo intervento, durante il convegno, è seguito quello di Padre Venant Natahonkirye, missionario in Burundi, il quale ci ha spiegato cosa vuol dire essere missionaria dei villaggi del Burundi. Le sue esperienze sono culminate nell’essere riusciti a ottenere e a impiegare finanziamenti per avviare piccoli esercizi commerciali di ortofrutta a favore di vedove e ragazze madri, vittime della guerra. È stata anche avviata una scuola di sartoria per creare ulteriori occasioni di lavoro. Padre Venant ha detto che l’evangelizzazione è fatta anche per mezzo delle opere di promozione umana e sociale. La collaborazione con Claudia Koll e l’associazione ” Le opere del Padre,” è iniziata dall’incontro che ha avuto con Claudia nella chiesa dedicata alla Divina Misericordia di Santo Spirito in Sasia. In quella chiesa Claudia ha promesso che sarebbe venuta in Burundi, per aiutare i Padri Dottrinari nella loro difficile missione. Il convegno si è poi concluso con l’intervento di Claudia Koll, la quale ha spiegato il valore del sostegno alle opere missionarie in Burundi.  In particolare Claudia ha raccontato la sua esperienza, dei circa 800 bambini che sostiene attraverso l’associazione onlus “Le opere del Padre” fondata da lei  nel 2005, che opera in diverse zone dell’Africa, principalmente in Burundi, nella Repubblica Democratica del Congo e in Cingo Brazzaville e in Birmania. In Burundi nella diocesi di Ngozi, stanno realizzando un centro per il recupero e la riabilitazione delle persone diversamente abili che vivono in condizioni molto precarie, spesso abbandonate ed emarginate dalla società.  Il Burundi è una nazione dell’Africa che, dopo tredici anni di guerra civile, è diventata tra i dieci paesi più poveri del mondo. La popolazione vive in una situazione di miseria materiale e spirituale.  Nella sua testimonianza, Claudia è tornata sul tema dell’immensa tenerezza di Dio. Partendo dalla propria esperienza di conversione, ci ha ricordato che la misericordia di Dio sta al centro di ogni relazione seria, che la persona umana intende avviare con Dio. Dal 2006 Claudia, accompagnata da vari gruppi di volontari, si reca in Burundi dove sostiene le opere caritative con i Padri Dottrinari a Ruziba, che è una zona periferica della capitale del Burundi molto povera, dove ci sono tanti orfani e vedove. Tra le opere più significative dell’Associazione ” Le opere del Padre”, ci sono i sostegni a distanza di quasi trecento bambini e ragazzi, dalla scuola materna fino all’università.  L’associazione ha anche permesso di costruire una scuola materna per cento bambini. L’incontro con i fratelli d’Africa è stato un passo fondamentale per la vita di Claudia Koll. Nelle loro storie e nella loro povertà è cresciuta la sua sensibilità, ma anche il suo ” offrirsi” a loro, attraverso il fattivo aiuto e l’impegno personale. Ciò non significa che solo in Africa ci sia la sofferenza: la povertà, materiale o spirituale, è in ogni angolo, per questo Claudia ha imparato a rivolgere l’attenzione all’uomo che è espressione di vita, e come tale ha una dignità da custodire, difendere e, se tolta, restituire. L’artista Felice Meo ha donato ai relatori del convegno alcune piccole statue raffiguranti un volto di donna africana, simbolo della volontà di abbattere le frontiere tra continenti e culture. Dopo i lavori del convegno è stata presentata la mostra Arte X l’Africa curata dalla professoressa Luisa Caccavale con il supporto dell’artista Felice Meo. Hanno esposto le loro opere gli artisti: Angela Amalfitano, Paolo May, Nicola Gioba, Giusy Giustino, Marta Krevsun, Mila Maraniello, Felice Meo, Dahiana Soledad e Daniela Valentini insieme a tutti gli allievi della sezione artistica del Liceo Giorgio Buchner di Ischia. C’è stato un intermezzo musicale a cura dell’ensemble musicale del Liceo Giorgio Buchner di Ischia e, a seguire, un ricco buffet. Tanti appassionati di arte tra i visitatori. Presente l’artista Magda Kismet, che partecipa spesso alle mostre collettive d’arte isolana, la quale si è così espressa:” La mostra è stata bellissima.  I ragazzi del Liceo Giorgio Buchner hanno creato delle opere davvero pregievoli. Il convegno è stato molto interessante. La vita non solo ha valori, ma è il valore in assoluto. Sicuramente, però, i fratelli d’Africa sono quelli che oggi, più di tutti, portano la croce. La povertà è anche affettiva e spirituale non solo materiale come ci ha spiegato Claudia Koll. Chi vive l’esperienza di volontariato rimane conquistato e ne esce indubbiamente cambiato nel profondo. Proprio come è successo a Claudia. L’Africa le ha insegnato che lo sviluppo va di pari passo con l’attenzione verso gli ultimi, i poveri. Perché un Paese possa svilupparsi, ci deve essere rispetto nei confronti dell’uomo ed attenzione verso le fasce più deboli. Molti paesi,poi, hanno bisogno di trovare la pace senza la quale non ci può essere alcun tipo di sviluppo. Bisogna anche saper convivere con le diverse etnie e con le diverse religioni”, ha detto Magda Kismet. Si è espressa anche l’artista Ylenia Pilato: ” Sono stata invitata come spettatrice dai miei amici artisti Felice Meo, Nicola Gioba e Paolo May. Ho apprezzato moltissimo i loro lavori e tutta la mostra in generale. L’arte è l’elemento di congiunzione tra identità culturali diverse che attraverso le rispettive forme di rappresentazione trovano molti punti di incontro. La rappresentazione artistica ha espresso il legame che intercorre tra lo sviluppo umano e la tradizione.  L’arte simboleggia la volontà di trattare tematiche di importanza universale, portando alla luce l’interpretazione della propria realtà e la raffigurazione della vita quotidiana.  Analizzando le opere esposte alla mostra sono evidenti i richiami dell’arte africana. È possibile interpretarle come un’espressione della cultura e dell’identità popolare. Questa mostra ci aiuta a capire meglio noi stessi e gli altri, favorendo un canale di dialogo culturale”, ha concluso l’artista Ylenia Pilato.

 

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