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Servizio Speciale

di ANTONIO LUBRANO & MICHELE LUBRANO

Con Fotoricerca

di GIOVAN GIUSEPPE LUBRANO

Fotoreporter

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PROVE GENERALI PER I TURISTI CHE VERRANO IN UN CLIMA DI RITROVATA FIDUCIA E DISPONIBILITA’ AZIENDALE

LA RICORRENZA DI IERI DELLA PASQUETTA A ISCHIA, GIÀ DA UN  DECENNIO RIVEDUTA E CORRETTA,  È FILATA LISCIO COME L’OLIO, SENZA INCIDENTI DI RILIEVO E CON LE RESSE SULLE BANCHINE  ALL’ARRIVO ED ALLA PARTENZA DEI GITANTI , ABBASTANZA CONTENUTE CON IL CONTRIBUTO, IN QUESTI CASI, DETERMINATE DELLE FORZE DELL’ORDINE FRA CARBINIERI, POLIZIA DI STATO, GUARDIA DI FINANZA E DELLA GUARDIA COSTIERA CAPITANEIA DI PORTO DI STANZA AD ISCHIA E POLIZIA URBANA  – I “NOSTALGICI” ,FRA ISCHITANI E GITANTI, NON HANNO RINUNCIATO ALLA TRADIZIONALE SCAMPAGNATA COME FACEVANO I PADRI ED I NONNI,  NEL VERDE DI PIANO LIGUORI, IN PINETA, AL CRETAIO, AI FRASSITELLI, ALLA FALANGA A SANTA MARIA AL MONTE ED ALL’EPOMEO. I RICORDI DELLA “PASQUETTA” ALLA VECCHIA PAGODA.

DI ANTONIO LUBRANO

Molto è cambiato: sono cambiati i tempi, è cambiata la comunicazione, l’informazione, l’educazione civica, in base alla quale si ha più rispetto per se stessi e per gli altri. Insomma è cambiata la cultura del  comportamento che ha modificato sostanzialmente il modo di vivere generale . Quindi sono Ormai lontani i tempi in cui il giorno del Lunedì in Albis, ultimo del periodo pasquale, orde di giovinastri fra l’età adolescenziale e quella adulta di primo pelo, si riversavano sull’isola, mettendola a soqquadro con le loro intemperanze e comportamento disordinato, tanto da arrecare danno a tutti i luoghi calpestati, spiagge e pinete comprese. Sbarcavano nel porto di Ischia ed a Casamicciola con traghetti e motonavi provenienti dal Molo Beverello di Napoli e da Pozzuoli, già alla partenza di mattina presto, non di certo con le migliori intenzioni, muniti fra l’altro di quegli storici palloni leggeri della Superflex e strane colazioni avvolte in pezzi di giornali e in zainetti di fortuna. Al Loro arrivo sull’isola, in men che non si dica, invadevano le strade del centro,scagliando senza un minimo di coscienza i loro palloni contro vetrine dei negozi e persone, seminando panico e fughe. Su spiagge e pinete, come si diceva sopra, un…mare di cartacce imbrattate d’olio e di altri tipi di grasso, calzini e canottiere smesse, carcasse di palloni superflex andati distrutti ed il loro vociare scomposto, erano il risultato raccapricciante di una giornata festiva che doveva essere vissuta in sana allegria, col vero spirito della gita, per così dire, fuori porta, ma che invece si trasformava da subito per Ischia, per veri i turisti presenti e per gli ischitani stessi residenti  in un Lunedì in Albis da incubo. Un Lunedì in Albis, che non si chiamava ancora Pasquetta, almeno qui ad Ischia. Certo, sono tempi passati, di cui però, per chi li ha vissuti, suo malgrado, è rimasto vivo il ricordo. Per fortuna, ma anche e direi soprattutto, per decisa presa di coscienza che un simile passato mai sarebbe più potuto continuare, oggi stiamo qui a parlare di tempi decisamente più nobili, per una Ischia che allo stato attuale, anche se non seleziona con maniacale disciplina i suoi ospiti, almeno li sa guardare in faccia e ne capisce  la positività. Il Lunedì in Albis di ieri, o meglio il giorno di Pasquetta di ieri, come già avviene da diversi anni precedenti, è filato liscio come l’olio, senza incidenti di rilievo e con le resse sulle banchine  all’arrivo ed alla partenza dei gitanti, abbastanza contenute con il contributo, in questi casi, determinate delle forze dell’ordine presenti sul posto. Ma il Pic Nic della Pasquetta ha anche altri connotati che riguardano in particolare quegli ischitani che da sempre preferiscono trascorrere quelle liete ore del primo pomeriggio, o addirittura in pieno orario di pranzo, in luoghi adatti per la tradizionale scampagnata del Lunedi in Albis o Pasquetta che dir si voglia. Cosi si prendono di mira, come del resto si è fatto, località agresti dell’isola come alcuni spazi della pineta comunale, l’altura con vista mare di Piano Liguori, la vecchia pagoda sul porto d’ Ischia (negli anni ’40 e ’50 era esclusiva meta degli ischitani del Lunedì In Albis dove magiarsi il casatiello, la pastiera e l’uovo sodo tinto di rosso con le tradizionali e naturali radici di rovere), la pineta di Fiaiano, Monte Vico, Santa Maria al Monte con la vicina Falanga ed infine l’Epomeo. Per essere un tantino più romantici c’è chi si imbosca tra i filari di viti, tra i primi ciclamini e fiori selvatici di pinete e boschi alla portata dei più esperti “esploratori”. Basta che si abbia un cestino ricolmo di cose gustose pasquali ed una bella tovaglia da pic nic, per godere della natura e del giorno festivo del Pasquetta tanto atteso. I vecchi contadini ischitani, capostipiti di famiglie numerose, poco lontani dalle proprie case  di campagna, festeggiavano la Pasquetta nel modo tramandato ai figli, nipoti e pronipoti dei  giorni d’oggi. Essi stendevano sull’erba  le tovaglie di grosso cotone profumate di sapone di Marsiglia, creando cosi una grandissima tavola, in grado di ospitare  la straordinaria abbondanza di cibi e vini della casa. Infatti a quella bellissima ed invitante tavola primaverile, sedevano tutti i componenti della famiglia, grandi e piccini, fino al tramonto con un non stop di chiacchiere, risate ed allegria. Su quella bella, ricca e profumata tavola campestre, c’era tutto il ben di dio, ossia cibi freschi e colorati: insalate di verdura e pomodoro, salumi,formaggi e soprattutto le uova  che non potevano mancare, frittata di pasta e di patate, punte di asparagi selvatici, ventreschella, piselli e fave fresche e fra i dolci, il casatiello, il tortano e la pastiera con il classico liquore della nonna,il rosolio dai vari colori e gusto, e tanto, tanto vino della cantina propria a due passi dalla tavola che nessun Smartphone ha mai potuto immortalare. Perchè non esistevano.

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IL SENSO RELIGIOSO  E STORICO DELLA PASQUETTA

PARROCO E SINDACO DI CASAMICCIOLA NEL GIORNO DEL LUNEDI IN ALBIS RINNOVANO DAVANTI ALLA PATRONA SANTA RESTITUTA LO STORICO  VOTO DELLA PERDONANZA

DI MICHELE LUBRANO

Ieri giorno del Lunedì in albis, la municipalità di Casamicciola ha rinnovato e mantenuto il voto della “Perdonanza” portandosi ai piedi della Nostra Patrona Restituta e celebrando i Divini Misteri, chiedendo all’ Onnipotente Iddio, per intercessione della Graziosa nostra Protettrice la liberazione e la protezione da ogni male. L’espressione e la giornata “Lunedì in Albis” di ieri o  “lunedì dell’Angelo”, è tradizionale e non appartiene al calendario liturgico ufficiale della Chiesa cattolica, il quale lo indica come lunedì dell’Ottava di Pasqua. In pratica,non è giorno di precetto per i cattolici.  Civilmente il lunedì di Pasqua è un giorno festivo, introdotto dallo Stato italiano nel dopoguerra, e che è stato creato per allungare la festa della Pasqua, così come è avvenuto per il 26 dicembre, Santo Stefano l’indomani di Natale. Il lunedì dell’Angelo (detto anche lunedì di Pasqua, lunedì dell’Ottava di Pasqua o Pasquetta) è il giorno dopo la Pasqua. Prende il nome dal fatto che in questo giorno si ricorda l’incontro dell’angelo con le donne giunte al Spolcro. In gerco popolare  si usa maggiormente il termine Pasquetta. Riportando il discorso al tema più  squisitamente religioso, va ricordato che Il Vangelo racconta che Maria di Magdala, Maria madre di Giacomo e Giuseppe, e Salòme andarono al Sepolcro, dove Gesù era stato sepolto, con degli olii aromatici per imbalsamare il corpo di Gesù. Vi trovarono il grande masso che chiudeva l’accesso alla tomba spostato; le tre donne erano smarrite e preoccupate e cercavano di capire cosa fosse successo, quando apparve loro un angelo che disse: “Non abbiate paura, voi! So che cercate Gesù il crocifisso. Non è qui! È risorto come aveva detto; venite a vedere il luogo dove era deposto” E aggiunse: “Ora andate ad annunciare questa notizia agli Apostoli”, ed esse si precipitarono a raccontare l’accaduto agli altri. Quindi il giorno dell’Angelo dopo Pasqua che  per propria comodità chiamiamo Pasquetta. Di qui la tradizione che vuole Il lunedì dell’Angelo, sia  un giorno di festa che generalmente si trascorre insieme con parenti o amici con una tradizionale gita o scampagnata, pic-nic sull’erba e attività all’aperto. Una interpretazione di questa tradizione potrebbe essere che si voglia ricordare i discepoli diretti ad Emmaus. Infatti, lo stesso giorno della Resurrezione, Gesù appare a due discepoli in cammino verso Emmaus a pochi chilometri da Gerusalemme: per ricordare quel viaggio dei due discepoli si trascorrerebbe, dunque, il giorno di Pasquetta facendo una passeggiata o una scampagnata “fuori le mura” o “fuori porta”. A Forio domenica mattina giorno di Pasqua, a riprova di quanto esposto sopra, ha avuto logo per il Centro del Comune turrito la sacra rappresentazione chiamata “la Corsa dell’Angelo”, organizzata dall’antica arciconfraternita di Santa Maria Visitapoveri che ha sede nella chiesa omonima a Piazza Municipio. Di essa si ha notizia fin dal 1618, sorta nel clima spirituale del periodo della riforma cattolica quando la religiosità popolare è caratterizzata da un complesso di pratiche che si esplicano in atti, gesti, parole e con la diffusione di rappresentazioni di argomento religioso quale il Natale, la Passione, la Resurrezione. Questa sacra rappresentazione è pervasa da un alto valore poetico, quasi una lauda uscita della potente fantasia poetica di “Iacopone da Todi”. Essa presuppone solo l’evento storico e teologico della resurrezione di Cristo, mentre il resto è liberamente rielaborato dall’anonimo “poeta”che l’ha creata. I protagonisti sono quattro: Gesù risorto, la Madonna, S. Giovanni Apostolo resi presenti da tre statue lignee realizzate da un ignoto scultore napoletano negli anni 1756-57, e da un Angelo, anch’esso una statua di legno dorato uscita dalla bottega dello scultore Francesco Mollica intorno al 1620. Oggi la statua originale non corre più, e si può ammirare nella chiesa dell’Arciconfraternita. Il suo ruolo lo svolge una copia realizzata oltre venti anni fa dall’artista foriano Franco Calise.

michelelubrano@yahoo.it

Il Servizio Speciale

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Da ATONIO LUBRANO  &  MICHELE LUBRANO

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GIOVAN GIUSEPPE LUBRANO

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