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Servizio Speciale

di ANTONIO LUBRANO & MICHELE LUBRANO

Con Fotoricerca

di GIOVAN GIUSEPPE LUBRANO

Fotoreporter

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IL RICORDO DELLA VECCHIA, MA SEMPRE ATTUALE, CANZONE POPOLARE DI SANREMO DEL 1956 “E’ PRIMAVERA, APRITE LE FINESTRE AL NUOVO  SOLE…”  CANTATA DA FRANCA RAIMONDI  /

  ISCHIA E GLI ISCHITANI  SI RITUFFANO  NEL DOLCE CLIMA PRIMAVERA  INIZIATO IERI  /  QUI  LA TERRA SBOCCIA, I CAMPI SI METTONO  IN FIORE E NEGLI ANTICHI BORGHI COME QUELLI DI CELSA A ISCHIA PONTE, CIERCO A FORIO, NOIA A FONTANA, CHIANOLE  E LA STARZA  A BARANO E SUCCHIVO ALLE PORTE DI S. ANGELO, TANTO PER CITARE I PIÙ NOTI  E SOPRATTUTTO NEI CENTRI DELL’INTERO TERRITORIO ISOLANO, SI ATTENDONO I PROSSIMI   RITI RELIGIOSI  DELLA VIA CRUCIS E DELLA CORSA DELL’ANGELO, CON LA SENSAZIONE DI AVVERTIRE GIÀ IL FORTE AROMA DEI MILLEFIORI, IL PROFUMO DELLE PASTIERA, DEI CASATIELLI  E DELLE COLOMBE PASQUALI. INSOMMA DELL’ARRIVO DELLA PASQUA CHE È ALLE PORTE – INTANTO ALLE ANTICHE TERME COMUNALI DI ISCHIA YLENIA PILATO SUBITO INAUGURA UNA MOSTRA D’ARTE  CHE PROFUMA DEI FIORI DELLA BELLA STAGIONE CHE È APPENA ENTRATA

DI ANTONIO LUBRANO

Ieri il trionfale ingresso con sole caldo ed il mare liscio come l’olio. Bentornata Primavera. E alle Antiche Terme Comunali di Ischia Ylenia Pilato subito inaugura una mostra d’Arte  che profuma dei fiori della bella stagione che è appena entrata. E’ la  dolce stagione delle immediate buone speranze, del calore e dei colori, dei canti e dei fiori. Insomma è il bell’evento naturale dell’anno che ti fa pensare subito ai giorni quest’anno 2024 vicinissimi della Pasqua in cui la nostra isola esprime il suo migliore volto illuminato e baciato dalla natura, con i  cuori aperti di tutta la sua gente, come accadrà già da domenica prossima 24 marzo Domenica delle Palme e della loro benedizione. Un’isola, Ischia, dove   la vita scorre al ritmo lento della natura stessa e dove  anche la festa ha un sapore più autentico, conservando il significato profondo di momento di aggregazione e incontro fra i concittadini ed i primi turisti che per le vacanze di stagione scelgono proprio l’isola verde.. L’ imminenza della  Pasqua, ad Ischia rappresenta il primo sentore  del  tempo magico della rinascita: qui  la terra sboccia, i campi si mettono  in fiore e negli antichi borghi come quelli di Celsa a Ischia Ponte, Cierco a Forio, Noia a Fontana, Chianole a Barano, tanto per citare i più noti, e soprattutto nei centri dell’intero territorio isolano, si ripetono i riti religiosi della via Crucis e della corsa dell’angelo, mentre dalle case si sprigiona il forte aroma dei millefiori, il profumo delle pastiera, dei casatielli fatti in casa e delle colombe pasquali. Quindi, dopo un  inverno abbastanza rigido, finalmente questa primavera tanto attesa,è arrivata! Tutti siamo d’accordo che è  la stagione più bella dell’anno per molti di noi perché – metaforicamente ma non solo – il sole splende più alto, più caldo e più a lungo e, come per magia, i bruchi diventano farfalle, e le rondini si fanno rivedere a stormi (?), gli altri uccelli cinguettano e saltellano da un ramo di pianta all’altro nei nostri boschi e sui  nostri terreni coltivati. E’ poesia pura.  E allora che cosa si può fare per vivere la primavera sempre più al meglio? Ognuno di noi in cuor proprio sa bene ciò che è meglio e più giusto per sé ma può tornare utile ricordare cosa è meglio per vivere una stagione ricca di energia, positività, ottimismo e benessere. Secondo noi vale la pena seguire l’esempio salutare della “sempreverde” nostra bella amica Luciana Morgera che insegna a convivere con la natura, inebriarsi di essa, amarla e rispettarla e seguirne il suo evolversi specie nella bellezza dei fiori che solo a curarli rafforzano lo spirito e trasmettono buon umore. Al pari degli uccelli, a modo loro i fiori cantano nell’aria i dolci versi della primavera e colorano gli scenari delle nostre campagne, dei nostri giardini, del nostro paesaggio che lambisce il mare. Questi i fiori di primavera che sull’isola ci sono più familiari ed ai quali siamo legati per molteplici ragioni di sentimento e di ammirazione.

La CAMELIA / La  sofisticata Camelia japonica fiorisce agli esordi della primavera, e nessun dubbio che quando i suoi boccioli si aprono appaia uno dei più affascinanti fiori che preannunciano la primavera. La FRESIA  /  La fresia è infatti adatta a climi mediterranei, ma è però piuttosto sensibile al freddo. I suoi fiori, estremamente profumati, sono uniti in serie di spighe ed hanno un portamento orizzontale, La fresia è dunque utilizzata come fiore da giardino oppure da terrazzo. La MARGHERITA /  Nel linguaggio dei fiori, la margherita ha diversi significati, tutti positivi e collegati con il concetto di ‘verità’. E’ innanzitutto il fiore delicato della purezza e dell’innocenza, della semplicità e della modestia, ma anche dell’amore fedele e della pazienza. Da sempre apprezzato per la bellezza della sua apparentemente semplice fattezza. / Il CICLAMINO / Il ciclamino è una pianta che appartiene alla famiglia delle Primulacee conosciuta fin dall’antichità.La varietà più famosa è il ciclamino di Persia, originario del Mediterraneo Orientale. Possiamo coltivare il ciclamino in vaso o in giardino. I ciclamini vengono coltivati come piante ornamentali. Fioriscono nei boschi e abbondano nelle nostre pinete. Le PRIMULE / Le primule sono arrivate e con loro anche la primavera: sono infatti uno dei primissimi fiori che annunciano l’arrivo della bella stagione. Colorate e divertenti le primule sono un fiore facilissimo da curare: con piccole e semplici attenzioni. Si possono tenere in vita il più lungo possibile e avere ancora per un po’ il profumo della primavera. Le VIOLE / Il fiore della violetta è molto apprezzato perché ha una bellezza delicata ed un profumo particolarmente intenso. Appartiene alla categoria delle piante annuali di facile coltivazione. In giardino dona un tocco di romanticismo primaverile. La ROSA / . La rosa è il fiore per eccellenza, è il più amato, il più regalato e con i suoi molteplici colori si adegua a tutte le situazioni. Ogni colore della rosa ha il suo significato, inoltre questo stupendo fiore ha moltissime specie che rendono i giardini bellissimi ed eleganti. Il GAROFANO / Apprezzato da secoli per la luminosità dei colori e per la lunga durata, il garofano dalla bellezza classica è un fiore che risulta immediatamente riconoscibile per i petali increspati e seghettati. Profumato e popolare ovunque come la rosa, è tra i fiori più noti e presenti al mondo in occasione di cerimonie e di festeggiamenti. La CALLA (Donna in Camicia) / Calla, donna in camicia, giglio del Nilo…. sono molti i nomi dati alla Zantedeschia aethiopica. In particolare, il nome “calla deriva dal greco Kalos, il significato di questo termine greco è “bello”, “gradevole”. Non è un caso che, nel “linguaggio dei fiori”, il significato della calla è legato alla bellezza. La MIMOSA / La mimosa è una pianta dalla grande diffusione ma soprattutto dal profondo significato, amata dalle donne di cui è simbolo anche per via dei bellissimi fiori gialli e profumati. Da quasi 60 anni la mimosa e’ il simbolo dell’8 marzo, la Festa della Donna, o meglio, della Giornata Internazionale delle Donne. L’ORCHIDEA / La fioritura delle orchidee avviene prevalentemente nei mesi invernali,anche se alcune specie possono fiorire anche in primavera o in autunno. L’ orchidea deve il suo prestigio e ammirazione sopratutto ai suoi fiori, particolari e armoniosi, di stupefacente bellezza e con grande valore ornamentale- L’AZALEA / L’azalea è un fiore tutto femminile e non solo per il colore rosa dei suoi petali. Il significato di questo fiore è uno anche dei più positivi che ci sia. I fiori delle azalee sono una vera esplosione di colore e quando si vede anche solo una pianta dal fioraio viene subito voglia di comprarne una e regalarla. Il GLICINE / Il robustissimo glicine, dal colore violaceo-bluastro tanto caratteristico da dare il nome all’omonima nuance, è un rampicante perfetto per pergolati e per creare compatte barriere fiorite che allietano la vista e l’olfatto a marzo-aprile. Il PAPAVERO / Il papavero è una pianta annuale o perenne che cresce sia nei campi coltivati che in maniera spontanea ai margini delle strade. In una sola stagione riesce a produrre anche 400 fiori e può raggiungere anche gli 80 centimetri di altezza. I fiori sbocciano da maggio a settembre e hanno un colore rosso porpora.

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Il simpatico personaggio della nostra infanzia per buona parte dell’anno viveva  nelle varie grotte  dell’entroterra isolana , tra le pendici dell’ Epomeo, la Falanga e la Pietra dell’Acqua.  Lo chiamavano anche il “Dio dell’Isola”- Abitava con la famiglia al Cretaio

LA STORIA DEL NOSTRO PIFFERAIO DI PRIMAVERA CRISTOFORO ARCAMONE DETTO “BARBONE” COL PIFFERO DI CANNA

DI  MICHELE LUBRANO

Lo chiamavano Barbone  al secolo Cristoforo Arcamone,  per la lunga barba, prima grigia e poi bianca,  che gli inondava il volto  e gli alterava  l’aspetto di persona normale,  tanto da trasformarlo in “personaggio”  unico  e caratteristico di un’ isola viva,  fra folklore e vita spensierata paesana. Veniva dal  Cretaio dove abitava con la famiglia, sulle alture della boscaglia di Fondoferraio, in linea d’aria dirimpetto all’antica chiesetta del Crocifisso del Rotaro. Barbone amava vivere allo stato quasi primitivo, al limite della  demenza, ma non era pazzo. Però gli faceva piacere quando lo chiamavano “Dio dell’isola”: Per buona parte dell’anno viveva  nelle varie grotte  dell’entroterra isolana , tra le pendici dell’ Epomeo, la Falanga  e la Pietra dell’Acqua.  Scendeva in paese poche volte, solo in giornate particolari, come il giorno della primavera che gli risvegliava fanciulleschi sentimenti. In questo giorno, assumeva le vesti  di pifferaio bardato a festa  con un cappello in testa a larga falda, colorato, addobbato di foglie di mirto e campanelli veri che emettevano suoni vari  ad  ogni suo movimento. Portava altresì una sacca e una corda con altri campanelli a tracollo e un flauto di canna costruito da lui stesso fra le mani,  che lo portava alla bocca  quando decideva  di suonarlo  con l’abilità di chi conosceva il particolare strumento. Con quell’armamentario  da addobbo,  raggiungeva Ischia  Ponte, la mattina del giorno di primavera , sfilando per le vie del Borgo al suono del suo flauto e dei campanelli  che aveva attaccato addosso. Barbone rendeva omaggio così all’arrivo della Primavera, seguito dai tanti ragazzi del luogo divertiti e pronti a marinare anche la scuola pur di partecipare  al  clima di festa inscenato dal loro improvvisato e simpatico  amico. Lo seguivano per  strade che percorreva fino a Punta Molino e al Porto attirando nuovi bambini lungo il percorso  tanto da formare un piccolo corteo come accadde con il Pifferaio di Hamelin.  Il quale è il soggetto di una leggenda tedesca ambientata nella città di Hameln o Hamelin, in Bassa Sassonia. È anche nota come Il pifferaio magico.  Nella sua versione base, che fu oggetto di trascrizione dei fratelli Grimm e messa in poesia da Wolfgang Goethe e dall’inglese Robert Browning, narra di un suonatore di piffero magico che, su richiesta del borgomastro, allontana da Hamelin i ratti al suono del suo strumento; quando la cittadinanza rifiuta di pagarlo per l’opera, questi si vendica irretendo i bambini del borgo al suono del piffero e portandoli via con sé per sempre.  A Ischia Ponte invece , erano gli anni’ 50, Barbone era considerato si il “flauto magico” di Primavera, ma con tutt’altre finalità, sicuramente diverse di quelle   della legenda di Hamelin.  La storia del flauto di canna,  dei campanelli  e della  deliziosa musichetta  di Cristoforo Arcamone in arte Barbone, durò per diverse primavere, facendo felici quei ragazzi di tanti anni fa, compreso il sottoscritto,  e rimarrà scolpita nel libro dei ricordi di un’epoca di poche emozioni, ma buone che l’isola mai più potrà rivivere. Oggi le emozioni  sono fatte di un’altra pasta.                                                                                                              michelelubrano@yahoo.it

Il Servizio Speciale

è stato realizzato

Da ATONIO LUBRANO  &  MICHELE LUBRANO

Con la Fotoricerca di

GIOVAN GIUSEPPE LUBRANO

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