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Servizio Speciale
di ANTONIO LUBRANO
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di GIOVAN GIUSEPPE LUBRANO
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QUELLO STORICO GEMELLAGGIO TRA FRANCAVILLA A MARE E ISCHIA IN NOME DI COSTANZA D’AVALOS LA NOSTRA CASTELLANA – LA PROMESSA NON MANTENUTA PER UNA STRADA DA INTESTARLE A ISCHIA COSTANZA AMAVA EPISTOLARE NEL SENSO CHE DIALOGAVA CON LE PERSONE DI PARI LIVELLO ATTRAVERSO LE LETTERE
L’ ISOLA D’ISCHIA DOVREBBE MEGLIO MAGNIFICARE IL CARISMA DI COSTANZA, LA NOBILDONNA DAVA LEZIONI ALLA GIOVANE NIPOTE ACQUISITA VITTORIA COLONNA E NE APPREZZAVA IL GRANDE TALENTO – UNA VOCE ATTENDIBILE CHE CORRE DA OLTRE CINQUECENTO ANNI : LA GIOCONDA HA IL VOLTO DELLA CASTELLANA GOVERNATRICE COL FRATELLO INNICO DELL’ISOLA – SECONDO PAOLO GIOVIO (1486-1552), STORICO, COLLEZIONISTA D’ARTE E VESCOVO, DONNA COSTANZA ERA UNA DELLE MODELLE PREFERITE DI LEONARDO DA VINCI CHE NON SI ESCLUDE POSSA AVERLA INCONTRATA SUL CASTELLO D’ISCHIA – INSIGNI STUDIOSI SI SONO PRONUNCIATI, ED IN PARTICOLARE IL FILOSOFO BENEDETTO CROCE, CHE AL RIGUARDO HA LASCIATO TRACCE DI UN SUO STUDIO PARTICOLARE SUL “CASO” CHE LO INTRIGAVA MOLTO – NEL DOPOGUERRA FURONO RICONOSCIUTI I MERITI DEI SOLI NIPOTI VITTORIA E FERRANTE
DI ANTONIO LUBRANO
Costanza D’Avalos è stato un personaggio di punta della storia di Ischia. Con Vittoria Colonna aveva magnificato l’ambiente regale in cui era titolata in cenacolo di cultura, ove si radunavano ospiti sapienti di vario ingegno e dell’arte della guerra, essendo la nobildonna anche una coraggiosa combattente. Era figlia di Innico I d’Avalos , conte di Monteodorisio, e dell’ereditiera Antonella d’Aquino. Venne data in sposa nel 1477 a soli 17 anni a Federico del Balzo principe di Altamura e duca di Venosa, figlio di Pietro Del Balzo e fratello della regina di Napoli Isabella. Dopo essere rimasta vedova senza figli, Federico I di Napoli le concesse il ducato di Francavilla. Seguì il fratello Innico II d’Avalos e sua moglie Laura Sanseverino a Ischia. Nel 1503, dopo la costruzione della Torre, nel Giardino delle Ninfe, che gli ischitani chiameranno poi Torre di Michelangelo, lottò contro i francesi, ottenendo l’anno dopo il governo del Castello e dell’isola. A Ischia stabilì la sua corte, frequentata dai maggiori umanisti napoletani del suo tempo e da altre personalità che dal nord e dal centro dell’Italia arrivavano fino ai territori del napoletano dominati dagli aragonesi. L’isola d’Ischia e il Castello ne facevano parte a pieno titolo. Costanza nel suo aspetto di donna statuaria e forte, era bella e colta ed era circondata da diversi ammiratori che non le davano tregua nell’arte del corteggiamento che Lei sapeva bene gestire senza doversi impegnare oltre il lecito. Costanza amava epistolare nel senso che dialogava con le persone dipari livello attraverso le lettere. L’era rinascimentale che si sviluppò in Italia tra la fine del Medioevo e l’inizio dell’Età Moderna in un arco di tempo che va dall’inizio del quindicesimo secolo, fino alla fine del sedicesimo secolo, vide le nostre nobildonne del passato crescere alla Corte di Ischia mostrando tendenze diverse. Costanza ad esempio per la “corrispondenza” preferiva probabilmente adoperare la «lettera de secretario”, il quale fu per diverso tempo Ercole de Rossi di Giffoni, È così che nelle sue lettere l’autografia è limitata alla sottoscrizione, con un’unica eccezione. Si tratta dell’epistola del 2 settembre 1513 indirizzata a Ferdinando il Cattolico per raccomandare il marchese di Dilicito: Costanza, data l’importanza del destinatario, scrive di proprio pugno con forma e prosa molto ariosa, perfettamente incolonnata a sinistra e con attenzione anche alla marginazione esterna (sono presenti ampi trattini di a capo).77 La lettera mostra insomma l’abilità scrittoria di Costanza, che era in grado di realizzare un testo elegante, ordinato, e ubbidiente a tutte le regole della composizione epistolare (intitulatio, narratio, racomandatio, datatio, infrascriptio, superinscriptio). Insomma la sua cultura, la sua bellezza ed il suo fascino come si vedrà appresso, ebbero un punto fermo nella storia della sua vita. alcuni uomini di cultura e studiosi famosi compreso Benedetto Croce, che fece addirittura uno studio particolare sul caso che lo intrigava tanto, hanno visto ritratta ne La Gioconda di Leonardo da Vinci al Louvre di Parigi, il volto non della fiorentina Lisa Gherardini, ma quello decisamente più somigliante della “nostra” Costanza D’Avalos. L’argomento delicato, che nella sua diversa e forse più attendibile interpretazione, potrebbe rivoluzionare i tracciati ed i responsi della storia, visto che a tempo viene riproposto e dato in pasto ad una certa critica di giudizio fra le più disparate, sarebbe quanto mai interessate, se proprio da Ischia venisse rilanciato e posto al centro di nuove discussione per venire a capo di una vicenda i cui presupposti per meglio sviscerarlo ci sono tutti e sono tanti. A cominciare da quanto scrive l’ italiano Angelo Paratico, ricercatore storico, residente a Hong Kong con una propria pagina su fb. Il Paratico riesuma Paolo Giovio (1486-1552), medico, storico, collezionista d’arte e vescovo di Nocera dei Pagani, che quando fu studente di medicina a Pavia, ebbe modo di conoscere Leonardo Da Vinci. Il Giovio nel tempo del Sacco di Roma fu provato molto dal brutto accadimento ed entrò in depressione A sollevarlo dalla depressione scrive il ricercatore Paratico, giunse un invito da Vittoria Colonna, con la quale aveva contatti. La nobildonna gli chiedeva di andarla a trovare ad Ischia per recuperarvi la salute e il coraggio. A Ischia Giovio restò parecchi mesi, decidendosi ad abbandonarla solo nell’autunno del 1528, chiamato a raggiungere il papa che era rientrato a Roma. Mentre soggiornava sull’isola, Paolo Giovio sentì che con il Sacco di Roma il mondo era cambiato, e avvertì il bisogno di lasciar traccia dei grandi uomini e delle grandi donne che aveva conosciuto. Così scrisse nel suo latino aulico dei frammenti biografici di uomini e donne di lettere, il “De viris et foeminis aetate nostra florentibus”.Passò poi ai pittori e agli umoristi, ma questa parte non la completò. L’opera rimase incompiuta e fu pubblicata a Modena solo nel 1781 dal Tiraboschi, sotto il titolo di “Fragmentum Trium Dialogorum Pauli Jovii. Dialogum virium illustrium cui in calce sunt additae Vincii, Michelis Angelis, Raphaelis Urbinatis vitae”: ed è proprio qui che si trova la parte riguardante Leonardo Da Vinci. Ad Ischia il Giovio si legò d’amicizia non solo con Vittoria Colonna, ma anche con Costanza d’Avalos, duchessa di Francavilla (1461-1541) e con Alfonso, marchese del Vasto. Un ulteriore punto di contatto tra Ischia e Leonardo Da Vinci può essere visto proprio in Costanza D’Avalos la quale, secondo il grande studioso Adolfo Venturi, fondatore della disciplina universitaria di storia dell’arte in Italia, fu addirittura la modella di Leonardo per la Gioconda, che ora si può ammirare a Parigi, al museo del Louvre. Lisa Gherardini del Giocondo non avrebbe dunque nulla a che vedere con quel dipinto famosissimo, e questa è un’opinione condivisa da molti. Ma nel tempo sono staiti altri insigni studiosi ad accostare l’”ischitana”Costanza D’avalos alla famosa opera di Leonardo Da Vinci che non si esclude possa essere approdato ad Ischia, nei suoi vari viaggi in Campania per incontrare la bella Costanza e dipingerne i lineamenti e la veletta nera segno della sua recente vedovanza. La storia recente ci consegna un evento che riguarda la nostra Costanza D’avalos e un paese della Puglia. Francavilla a Mare di cui Costanza ne è stata la Principessa. E’ storia di gemellaggio fra le due località di mare in nome appunto di Costanza D’Avalos. Infatti nella domenica del 1 luglio 2018.si svolse nella piazza Adriatico di Francavilla la cerimonia di gemellaggio tra Ischia e la cittadina pugliese,.alla presenza anche di una folta delegazione ischitana composta dal vice sindaco Luigi Di Vaia, dall’assessore Paolo Ferrandino e dal Comandante Giovan Giuseppe Pugliese. L’evento, organizzato dall’Associazione Culturale le Franche Villanesi, vide una sfilata in abiti d’epoca alla quale vi partecipò anche Ischia con i colori del proprio gonfalone. Il gemellaggio, voluto tre anni prima dall’ex assessore Giosué Mazzella, si rinnovò così nel segno di Costanza d’Avalos, governatrice di Ischia e principessa di Francavilla. «In un periodo in cui la politica tende ad alzare i muri, noi ci sforziamo di costruire ponti, – dichiarò il vice sindaco Luigi Di Vaia – ponti che uniscono due località che hanno in comune, oltre che questa grossa tradizione culturale, il mare. Siamo due territori a vocazione turistica e crediamo che il filone del turismo culturale vada seguito con estrema attenzione. Questo tipo di iniziative mettono in moto una serie di meccanismi virtuosi che, ci auguriamo, possano smuovere anche le economie delle nostre comunità. Grazie di averci accolto, vi aspettiamo a Ischia in vacanza!».L’auspicio di Maria Rosaria Sisto, presidente dell’Associazione Le Franche Villanesi, fu che presto una delle strade di Francavilla al Mare possa essere intitolata a Costanza D’Avalos, principessa di Francavilla. «Sarebbe bello – ha concluso il vice sindaco di Ischia Luigi Di Vaia – cercare di organizzarci per conferire anche noi, nello stesso momento, il nome di una strada alla nostra principessa, ci metteremo a lavoro per individuare il tratto di strada più idoneo». Fino ad oggi, di una strada intitolata a Costanza D’Avalos, nemmeno l’ombra.
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