Happy Epiphany

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Servizio Speciale

di ANTONIO LUBRANO & MICHELE LUBRANO

Con Fotoricerca

di GIOVAN GIUSEPPE LUBRANO

Fotoreporter

 

 

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L’EPIFANIA, TUTTE LE FESTE PORTA VIA” / LA CALZA COLORATA  E’ IL SIMBOLO DI QUESTA SECOLARE  TRADIZIONE CHE NON TRAMONTA MAI  – A LACCO AMENO EVVIVA LA BEFANA.

  I bambini L’APPENDONO AL LORO LETTO O AL CAMINO PRIMA DI ANDARE A DORMIRE, MA SONO DISTURBATI DA UNA MANIFESTA CONTRADDIZIONE CHE VEDE LE STESSE CALZE ALCUNI GIORNI PRIMA ESPOSTE NELLE VETRINE DEI BAR E SUI BANCHI DEI VARI SUPERMERCATI – IL DUBBIO LI ASSALE, MA VOGLIONO CREDERE ALLA VECCHIETTA CHE VOLA IN GROPPA AD UNA SCOPA CON UN SACCO ADDOSSO RICOLMO DI DONI DA CONSEGNARE – E’ IL FASCINO DELLA FIABA CHE IL GRANDE POETA DELL’’800 GIOVANNI PASCOLI HA MERAVIGLIOSAMENTE  DESCRITTO IN UNA SUA BELLISSIMA FILASTROCCA D’EPOCA DAL TITOLO “VIENE VIENE LA BEFANA…” CHE NOI RIPROPONIAMO IN QUESTO SPECIALE DEDICATO ALLA BEFANA ED A TUTTI I BAMBINI. IL RICORDO DELLA “BEFANA POVERA”  A ISCHIA DAGLI ANNI ‘20 AGLI ANNI ’50. NELLE CALZE I BAMBINI TROVAVANO POCHE COSE: QUALCHE MANDARINO, FICHI SECCHI, DELLE CARAMELLE, DELLO ZUCCHERO D’ORZO FATTO IN CASA, DELLE CASTAGNE, DELLE NOCI, DEI LUPINI E DELLA MARMELLATA D’ARANCE ED ANCHE QUALCHE FETTA DI PANE CON IL SANGUINACCIO SPALMATO SOPRA , COME ACCADE A NOI IN UN LONTANO 5 GENNAIO NOTTE DEL 1947, SUBITO DOPO LA SECONDA GUERRA MONDIALE. ALL’EPOCA, PUR AVENDONE LA POSSIBILITÀ, C’ERA POCO DA COMPRARE E LA BEFANA SE LA CAVÒ CON VERAMENTE POCO PER I NOSTRI…GUSTI. ATTENZIONE A NON DEMOLIRE  IL RITO  FIABESCO TANTO AMATO  DAI NOSTRI BAMBINI

 

“VIENE VIENE LA BEFAN VIENE DAI MONTI A NOTTE FONDA…”: LA MAGIA DELLA POPOLARE  VECCHIETTA  NELLA BELLA FILASTROCCA DEL GRANDE POETA GIOVANNI PASCOLI

DI MICHELE LUBRANO

La Befana, termine che si rifà a  Epifania, cioè manifestazione, è nell’immaginario collettivo un mitico personaggio con l’aspetto da vecchia che porta doni ai bambini buoni, la notte tra il 5 e il 6 gennaio. La sua origine si perde nella notte dei tempi, discende da tradizioni magiche precristiane e, nella cultura popolare, si fonde con elementi folcloristici e cristiani: la Befana porta i doni in ricordo di quelli offerti a Gesù Bambino dai Magi. L’iconografia è fissa: un gonnellone scuro ed ampio, un grembiule con le tasche, uno scialle, un fazzoletto o un cappellaccio in testa, un paio di ciabatte consunte, il tutto vivacizzato da numerose toppe colorate. Si rifà al suo aspetto la filastrocca di anonimo, la Befanata, che viene recitata in suo onore: La Befana vien di notte con le scarpe tutte rotte col cappello alla romana viva viva la Befana! Ma la filastrocca bella che suscita emozione e  sintetizza lo scenario semplice in cui agisce “sente” e “vede” la Befana, è quella scritta il 5 gennaio del  1897 dal grande poeta Giovanni PASCOLI (1855 -1912) dedicata per l’appunto alla Befana ed ai bambini, a quelli fortunati ed ai meno fortunati. Ci piace riportarla tutta per meglio gustare il fascino e il valore della storica composizione.

 

 

VIENE VIENE LA BEFANA di Giovanni Pascoli

 

Viene viene la Befana, vien dai monti a notte fonda. Come è stanca! la circonda neve, gelo e tramontana. Viene viene la Befana. Ha le mani al petto in croce, e la neve è il suo mantello ed il gelo il suo pannello ed è il vento la sua voce. Ha le mani al petto in croce. E s’accosta piano piano alla villa, al casolare, a guardare,  ad ascoltar or più presso or più lontano. Piano piano, piano piano. Che c’è dentro  questa villa? uno stropiccìo leggiero. Tutto è cheto, tutto è nero. Un lumino passa e brilla. Che c’è dentro questa villa? Guarda e guarda… tre lettini con tre bimbi a nanna, buoni Guarda e guarda… ai capitoni c’è tre calze lunghe e fini. Oh! tre calze e tre lettini…Il lumino brilla e scende, e ne scricchiolan le scale: il lumino brilla e sale e ne palpitan le tende. Chi mai sale? chi mai scende? Co’ suoi doni mamma è scesa, sale con il suo sorriso. Il lumino le arde in viso come lampada di chiesa. Co’ suoi doni mamma è scesa. La Befana alla finestra sente e vede, e s’allontana. Passa con la tramontana, passa per la via maestra, trema ogni uscio, ogni finestra. E che c’è nel casolare? un sospiro lungo e fioco. Qualche lucciola di fuoco brilla ancor nel focolare. Ma che c’è nel casolare? Guarda e guarda… tre strapunti con tre bimbi a nanna,buoni. Tra le ceneri e i carboni c’è tre zoccoli consunti. Oh! tre scarpe e tre strapunti…E la mamma veglia e fila sospirando e singhiozzando, e rimira a quando a quando oh! quei tre zoccoli in

fila…Veglia e piange, piange e fila. La Befana vede e sente; fugge al monte, ch’è l’aurora. Quella mamma piange ancora su quei bimbi senza niente. La Befana vede e sente. La Befana sta sul monte. Ciò che vede è ciò che vide: c’è chi piange, c’è chi ride: essa ha nuvoli alla fronte, mentre sta sul bianco monte.

 

                                                                                            michelelubrano@yahoo.it

DI ANTONIO LUBRANO

Diciamolo subito, questa notte arriva la Befana e ad Ischia si ha una paura matta del carbone. Gli “agitati” ed i possibili “colpiti”, e lo sanno, sono “adulti” e politici. Sono quelli che credono ancora  nel Comune Unico, sono tutti quelli che hanno avversato l’opera pubblico-privata del  parcheggio  della Siena in via di completamento a Ischia Ponte. Temono altresi il carbone  coloro che hanno tentato, senza riuscirvi, di  rendere la vita difficile al Comandante  della Capitaneria del Porto di Ischia, perchè impediti a fare i propri comodi nel nostro mare. Temono il carbone tutte quelle persone avide ed insensibili che non hanno teso una mano a chi ne aveva bisogno. Temono il carbone i ”senza Dio” locali. Teme il carbone l’avv. Mario  Santaroni per la incomprensibile vicenda dell’incompiuto parcheggio della Siena a Ischia Ponte di cui è responsabile di alcune difformità anche se di poco conto all’opera. Temono in fine il carbone tutti quegli amministratori comunali dell’isola  che nell’arco dell’’anno che è andato via,  non hanno fatto appieno il proprio dovere per il bene della comunità. Ma questa notte del 5 gennaio a cavallo col 6 gennaio, ossia domani lunedì giorno festivo dell’Epifania, la Befana, la vecchietta tanto amata dai bambini e dai genitori che devono impersonificarla, nel buio della tarda sera e della notte, idealmente si calerà nel nero camino per penetrare  nelle camerette dei piccini, per lasciare accanto al loro letto i doni che si saranno meritati e qualche pezzo di carbone (non manca mai) per chi ha fatto il cattivello o la cattivella. E’ il rito secolare della Befana, che anche noi adulti aspettiamo per “farci la Befana” a modo nostro. Per questo i negozi di tutta l’isola chiuderanno questa sera oltre l’orario stabilito. Specie le boutique di alta moda e le gioiellerie dove signori e signore, fidanzati e fidanzate si concederanno una “Befana” ad elevato gonfiore dell’altrui portafoglio o carta di credito aperta a tutto spiano con i tanti complimenti della straordinaria ricorrenza. Naturalmente la “spesa” è consentita solo a chi potrà permetterselo. Chi invece non potrà, dovrà accontentarsi di un paio di pantofole…all’ultima moda. E sarà lo stesso Befana. Tempo addietro la si faceva ai Vigili Urbani, ma è storia vecchia e dimenticata. Ora, però vorremmo capire la provenienza della Befana e spiegarvelo nel modo più riassuntivo possibile. Ci proviamo. Non sappiamo in che paese o regione italiana è “nata” la Befana, ma si comincia a trovarne  delle tracce nel XIII secolo. E già da allora, questa festa è divenuta una delle più importanti e attese per i bambini. Possiamo dire che la ricorrenza di recente, ossia qualche decina di anni fa,  fino ad oggi, si è decisamente rilanciata da sola, sfidando momentanee soppressioni ed attacchi continui dallo stesso Babbo Natale che vuol fare da padrone nei giorni del Natale,Ischia quest’anno gli ha dedicato perfino un ”Villaggio”  nel bosco incantato della Pineta Nenzi Bozzi in Piazzetta San Girolamo. Ma i bambini, le mamme, i padri ed i nonni che amano la tradizione e l’affascinante favola della befana, seguono e  sostengono questa festa dalla tenuta intramontabile. L’isola d’Ischia è ben allineata e fedele su questo fronte. Nella convinzione-fantasia popolare, la Befana è una piccola vecchia strega bisbetica che intimidisce i bambini ma allo stesso tempo è una donna di buon cuore che porta dei doni ai bambini buoni. Ci sono più versioni sulla leggenda della Befana: la prima è legata ai tre re Magi. Un giorno, i re Magi sono partiti carichi di doni (oro, incenso e mirra) per donarli al Bambino Gesù. Hanno attraversato molti paesi guidati da una stella cometa e in tutti i posti che passavano, gli abitanti accorrevano per conoscerli e unirsi a loro. Solamente una piccola vecchia si è rifiutata di seguirli. La mattina seguente, pentita, ha deciso di raggiungere i tre Magi ma che erano già lontani. Per questa ragione la vecchia non ha mai visto il Bambino Gesù e, allora, ogni anno, tra la notte del 5 e il 6 gennaio, ossia questa notte,  volando su una scopa con un sacco sulle spalle, passa nelle case portando ai bambini buoni i doni che non ha potuto donare a Gesù. Un’altra leggenda dice che la Befana rappresenta l’anno vecchio che dopo le feste natalizie, nel periodo della nascita del nuovo anno, passa portando dei regali. Per confermare questa idea c’è un detto popolare che sull’isola ed altrove è molto usato, che dice:” l’Epifania tutte le feste porta via”. La Befana è una vecchietta che vola su una scopa; indossa uno scialle sulla testa e i suoi vestiti sono bucati e coperti di carbone, perché, per entrare nelle case, scende nei caminetti. Questa piccola vecchia, la notte del 5 gennaio, quando le persone dormono, porta i regali ai bambini: pupazzi, macchinine, libri e altri tipi di giocattoli e anche dolcetti. Se qualche bambino è stato disubbidiente, troverà del carbone, della cenere, delle cipolle o dell’aglio. Una settimana prima della festa, i bambini cercano di essere buoni, vanno a letto presto e preparano una calza di lana attaccata al camino. Sono molto emozionati, curiosi di vedere i loro regali, ansiosi per l’arrivo della Befana e qualche volta un po’ timorosi. Il giorno della festa i bambini sono molto felici, contenti dei regali ricevuti o un po’ delusi se non sono stati accontentati e per il carbone che non manca mai nella calza di lana. Molti bambini credono che la Befana sia la moglie di Babbo Natale e che abita al Polo Sud, mentre suo marito vive al Polo Nord. Babbo Natale non riesce sempre ad accontentare i desideri dei bambini, e a questo la Befana cerca di rimediare. Alcuni bambini pensano che la Befana esiste veramente, tentano di immaginarla; altri sanno invece che è la mamma a mettere i doni nella calza, tuttavia fanno finta di non saperlo.

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