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Servizio Speciale

di ANTONIO LUBRANO & MICHELE LUBRANO

Con Fotoricerca

di GIOVAN GIUSEPPE LUBRANO

Fotoreporter

 

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LA FESTA AMERICANA DEL RINGRAZIAMENTO NELL’ARTISTICA ILLUSTRAZIONE DELLA PITTRICE ISOLANA ANGELA IMPAGLIAZZO  –  IL TACCHINO IN AMERICA  SIMBOLO SACRO POPOLARE IMMOLATO  PER IL  RINGRAZIAMENTO AL SIGNORE

  QUESTA SERA NEL TRADIZIONALE CENONE DI RITO, ,SARANNO CONSUMATI IN TUTTI GLI STATI UNITI D’AMERICA LA BELLEZZA DI 45 MILIONI DI TACCHINI SACRIFICATI SULL’ALTARE DELL’APPETITO – GRANDE ATTESA PER LA FESTA DELL’ANNO CHE È SENTITA  DAGLI  AMERICANI  DOC PIÙ DEL NATALE E  DELL’INDIPENDENZA – IL CENONE È RIGOROSAMENTE CONSUMATO IN FAMIGLIA  – IL CLIMA DI FESTA PRIVATA  FRA GLI OLTRE CENTO AMERICANI CHE  VIVONO NELLA NOSTRA ISOLA – LA STORIA DELL’EVENTO CHE RISALE AL 1621 E COINVOLGE I PIONIERI DELL’EPOCA.  SARA’ IL  NUOVO PRESIDENTE   DONALD TRUMP  A  “GRAZIARE” IL TACCHINO DI QUEST’ANNO  2024  NEL RITUALE ATTESO DAGLI AMERICANI  ? – 45 MILIONI DI TACCHINI  SARANNO SACRIFICATI PER LA FESTA AMERICANA DEL THANKSGIVING DAY CHE COINVOLGE LE TANTISSIME FAMIGLIE AMERICANE DI ORIGINI ISCHITANE CHE PER L’OCCASIONE SI RIUNISCONO CON AMICI E PARENTI CIASCUNA NELLA PROPRIA ABITAZIONE PARATA A FESTA, PER ONORARE UNA TRADIZIONE APPRESA GIÀ QUANDO MISERO PIEDE PER LA PRIVA VOLTA SUL SUOLO STATUNITENSE, DOVE INEVITABILMENTE HANNO  MESSO  RADICI PER SEMPRE. COL  PASSAR  DELLE GENERAZIONI, PER GLI ISCHITANI D’AMERICA, IL THANKSGIVING È DIVENTO  LA RICORRENZA DELL’ANNO A CUI MEGLIO SI DEDICANO

 FESTA AMERICANA IN FAMIGLIA 

PER IL “RINGRAZIAMENTO”

 LO SPECIALE MENU DI SHIRLEY MEALS-LUBRANO

CHE PREPARA DAL 1974

In pratica  il ” THE THANKFUL DINNER” composto secondo la tradizione americana avrà come piatto base Il Tacchino con il suo Gravy – Stuffing (il ripieno del tacchino), poi Mac and Cheese (Maccheroni Cheese) – Purè di Patate – Mais – Broccoli – Patate Dolci con Marshmallow – Mushrooms and spinach quiche – Mozzarella Garlic Bread (bruschetta d’aglio) – Combread (pane di mais) – Cranberries Sauce (salsa di mirtilli) – Apple Pie (crostata di mele) – Pumpkin Pie (crostata di zucca) – Vino: Zinfandel di Sonoma  California.

di MICHELE LUBRANO

Il Thanksgiving o Festa del Ringraziamento, ogni anno raccoglie le famiglie intorno alla tavola imbandita il quarto giovedì di novembre. Se in America è da sempre così, lo sarà  in eguale maniera questa sera anche nella nostra casa e sulla nostra isola, dove vivono molti americani qui residenti con famiglia. Per tutta la giornata di oggi giovedì 28  novembre,si  è  in trepida  attesa per  l’emozione di ritrovarsi tutti insieme nelle proprie abitazioni intorno ad una tavola riccamente imbandita per la speciale occasione della festa del Ringraziamento a cui come si capisce tengono moltissimo. Altri invece  sceglieranno il ristorante  per riunirsi e festeggiare in linea con la tradizione. Questa festa laica e allo stesso tempo  sacra che precede il Natale, risale ai Padri Pellegrini, agli inizi della storia Americana. L’11 novembre del 1621, la nave che aveva lasciato il porto di Plymounth, in Inghliterra, portando 102 pionieri, raggiunse le coste del continente americano. Sulla costa del Massachusetts fondarono la colonia di Plymounth e si prepararono ad affrontare un durissimo inverno, fatto di stenti e miseria, che decimò la colonia. Con la venuta della primavera si pregustò l’estate che arrivò con un buon raccolto e nutrito  allevamento: granturco e tacchino. Con la venuta dell’inverno i Padri Pellegrini si riunirono per ringraziare il Signore del buon raccolto, e cosi fecero ogni anno fino a quando il presidente Abraham Lincon non istituì la festa ufficiale nel 1863: IL THANKSGIVING DAY. L’isola d’Ischia pur essendo un posto cosmopolita, non conosceva questa festa , che per gli americani, è più importante del Natale, perchè è festeggiata da tutte le religioni. E’ stata Shirley, americana di San Francisco, che stabilitosi nell’isola verde dal  1974, puntualmente il quarto giovedì di novembre  di ogni anno con la sua famiglia ed amici “onora” la Ricorrenza  del Ringraziamento. Il menu del cenone del ringraziamento che Shirley  presenta questa sera in casa propria con i soli famigliari è notevole. In pratica  il ” THE THANKFUL DINNER” composto secondo la tradizione americana avrà come piatto base Il Tacchino con il suo Gravy – Stuffing (il ripieno del tacchino), poi Mac and Cheese (Maccheroni Cheese) – Purè di Patate – Mais – Broccoli – Patate Dolci con Marshmallow – Mushrooms and spinach quiche – Mozzarella Garlic Bread (bruschetta d’aglio) – Combread (pane di mais) – Cranberries Sauce (salsa di mirtilli) – Apple Pie (crostata di mele) – Pumpkin Pie (crostata di zucca) – Vino: Zinfandel di Sonoma  California. inviato da nostra figlia Felicia-Liliana esperta di vini della valle californiana di Sonoma e dintorni, In realtà sarà come se si stesse negli Stati Uniti vivendo in famiglia l’evento nel pieno rispetto della tradizione americana..

 

                                                                                                                     michelelubrano@yahoo.it

di ANTONIO LUBRANO

Oggi per gli ischitani in America  è festa grande, così come lo è per la folta schiera degli americani residenti nella nostra isola. E’ festa  grande alla pari del Natale e della giornata dell’ Indipendenza che cade il 4 di luglio. E’ festa grande perché  ricorre la giornata del Ringraziamento o Thanksgiving  Day, che è una festa celebrata negli Stati Uniti ogni quarto giovedì di novembre mentre  in Canada ogni secondo lunedì di ottobre. Quindi, se gli ischitani di Toronto e Montreal in Canada, hanno già festeggiato, oggi 28  novembre quarto giovedì del mese, lo faranno alla grande  gli ischitani d’America e gli americani che vivono a Ischia anche se in forma strettamente familiare e privata. Il tutto culmina col ricco pranzo dell’anno, dove viene sacrificato sull’altare dell’appetito l’animale storico della secolare tradizione, il Tacchino, in ringraziamento al Signore per ogni cosa buona trovata e vissuta  nella nuova terra raggiunta. La preparazione a  questa ricorrenza coinvolge un po’ tutti, perché ciascuno è  lieto di vivere i giorni della vigilia nella dolce attesa della festa che puntuale arriva dispensando gioia ed emozioni. Quando ai  primi del ‘900, migliaia di ischitani dai vari comuni dell’isola, emigrarono in America per cercare migliori motivazioni di vita, si imbatterono in avvenimenti tradizionali locali  completamente estranei alla loro cultura, alle loro usanze paesane al proprio senso dell’amor  patrio e della religione che per essi si riduceva a solo casa e chiesa. Fecero fatica a capire una festa che aveva come simbolo il tacchino con tanto di significato storico e sociale che essi, presi da altri interessi non capivano. Dovettero, almeno in parte, americanizzarsi, per immedesimarsi nella nuova cultura  della terra che li ospitava. E fu così anche per loro festa pienamente recepita,tanto che, col  passar  delle generazioni, è diventata la ricorrenza dell’anno a cui meglio si dedicano. In California, in particolare a San Pedro, a New York, nel New Jersey, a Filadelphia, a Boston non c’è casa di ischitano emigrato o figli con  nuova famiglia di vecchi ischitani emigrati scomparsi, che in questo giorno non  sia avvolta dall’atmosfera festosa  dell’atteso Thanksgiving Day, ossia del giorno del Tacchino e per meglio dire, del giorno del Ringraziamento, così come lo intendono gli americani.  Prima dell’ora del Cenone che si aggira intorno alle 19,00, in tutte le  case degli americani e dei nostri  compaesani emigrati o figli di compaesani scomparsi, campeggiano addobbi  che annunciano l’arrivo del prossimo Natale e prototipi colorati di tacchini di varie dimensioni, da quello gigante al centro del salone a quello medio da tavolo, e per finire a quello mini da tavolinetto e da comodino.  Ce li trovi negli uffici, nelle banche, nella scuola per ricordare la ricorrenza. Insomma , l’omaggio incondizionato al Re Tacchino in attesa di fargli vivere il più “glorioso” dei sacrifici in onore della specie, della storia e della tradizione. In questo giorno di festa, in America, nelle case degli ischitani emigrati ed in quelle degli americani residenti sull’isola, improvvisarsi  chef da cucina per imbottire ed arrosolare per benino  il Tacchino pronto per il “sacrificio” ‘ è l’ambizione del papà in famiglia che per l’occasione gli piace porsi a centro dell’attenzione del commensali, specie se fra essi vi sono invitati extrafamilia (quest’ anno però non vi saranno causa Covid). Il  gusto va oltre la soddisfazione. Le famiglie ischitane storiche emigrate in America e loro discendenti,  oggi rendono omaggio  a questa festa americana  in rispetto della tradizione e dei loro padri che da ignari la iniziarono. Ricordare i nomi  ci pare doveroso: Famiglie Lauro, Pilato, Boccanfuso, Sogliuzzo, Buono, Amalfitano, Barile, Di Frenna. Artiano Trani, Pugliese, Zabatta,  Iodice, Bristol, Colonna, Mellusi, Iacono, Mattera, Grimaldi, Costa, Califano, Camello, D’Abundo, Patalano, Monti, Carbone, Regine, Di Meglio,Cacciutto, Di Massa, Curci, Di Leva, Buonocore, Vuoso, Mazzella, Cigliano, Sasso, Pirozzi, Ungaro, Sorrentino, D’Ambra, De Girolamo, Di Bernardo, Morelli, Galante, De Luca, Mascolo, Vuoso.  Cos’è  il giorno del Ringraziamento? Il primo giorno del Ringraziamento viene comunemente fatto risalire al 1621, quando nella città di Plymouth, nel Massachusetts, i padri pellegrini si riunirono per ringraziare il Signore del buon  raccolto. Nel 1863, nel bel mezzo della guerra di secessione, Abramo Lincoln proclamò la celebrazione del giorno del Ringraziamento, che da quel momento diventò una festa annuale e perse gradualmente il suo contenuto cristiano. Oggi rappresenta una delle feste più importanti per i nordamericani.  In Europa la celebrazione è conosciuta grazie ai film e telefilm di importazione in cui viene rappresentata spesso come l’occasione di riunirsi attorno al famoso tacchino per ringraziare (Dio, la vita, gli amici, i parenti) per ciò che si ha.  La tradizione vuole che la cena venga sempre organizzata a casa, mai al ristorante, con familiari e amici.  Il tacchino, che in ogni famiglia viene cucinato secondo la propria ricetta “segreta”, è accompagnato da salsa gravy, puré di patate, patate dolci, salsa di mirtilli, verdure e torta di zucca. La storia dei tacchini risale al popolo degli Aztechi, nelle Americhe appena conquistate, che li offrirono in dono agli spagnoli che li importarono in Europa. In breve tempo la sua presenza divenne così abituale  da far dimenticare a tutti la sua provenienza. Ironicamente, l’americanissimo tacchino è stato poi “reimportato” più di un secolo dopo sulle coste del Massachusetts dai Padri Pellegrini del Mayflower che hanno dato inizio al suo consumo intensivo. E oggi, anche nell’aspetto, i 45 milioni di tacchini che vengono serviti sulle tavole statunitensi il quarto giovedì di novembre sono solo lontani parenti di quelli assaggiati dai conquistadores.

                                                                                              lubranoantonio516@gmail.com
info@ischiamondoblog.com

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Il Servizio Speciale

è stato realizzato

Da ANTONIO LUBRANO  &  MICHELE LUBRANO

Con la Fotoricerca di

GIOVAN GIUSEPPE LUBRANO

Fotoreporter

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